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Sono i lupi i top predator del Wyoming. E questa è una magnifica, crudele epopea di carnivori di vertice. Nella regione nord occidentale del Wyoming, il lupo grigio ha un ruolo ecologico dominante come predatore di vertice, tanto da limitare il numero dei puma. Questo è il risultato di uno studio condotto da Panthera e pubblicato sulla PROCEEDINGS OF THE ROYAL SOCIETY B, che descrive un equilibrio tra predatori inaspettato nelle foreste degli Stati Uniti occidentali.

Per la prima volta, infatti, sono stati raccolti dati convincenti  sul fatto che qui il lupo grigio (quello dello Yellowstone, per intenderci) ha un impatto sulle popolazioni di puma peggiore degli effetti prodotti dalla caccia sportiva. Lo studio, durato 17 anni a partire dal 2000, condotto su 147 puma in un range di 2.300 chilometri quadrati, è ora una bussola per designare strategie di conservazione più dettagliate e specifiche per entrambi questi predatori. Mentre il lupo ha prosperato, i puma sono diminuiti del 48%. 

(Photo Credit : Neil Wight – Teton Cougar Project Panthera)
(Photo Credit : Neil Wight – Teton Cougar Project Panthera)

Il puma (Puma concolor) condivide con il giaguaro il destino di felino un tempo diffuso in buona parte di entrambi i continenti americani. Benché non sia classificato come felino a rischio in Red List, è una di quelle specie che reclama spazio e per cui servirebbero piani di protezione e di conservazione molto ambiziosi e coraggiosi negli Stati Uniti, soprattutto sull’enorme asse geografico Yellowstone-Yukon, fin dentro la taiga canadese.

Essendo un felino molto plastico, cioè capace di adattarsi ad habitat differenti per vegetazione e clima, il puma potrebbe stare potenzialmente, di nuovo, dappertutto. Nel 2013 il National Geographic pubblicava una foto quasi surreale di un puma che camminava nel buio alle spalle della scritta Hollywood, sulle colline della California.

“Negli ultimi 40 anni, i puma hanno continuato ad espandersi negli Stati Uniti occidentali. Sono spuntati anche a est, nelle Grandi Pianure, hanno fondato nuovi gruppi nel Missouri Breaks del Montana, nel Nord e nel Sud Dakota, e, più di recente, nel Nebraska occidentale. Di fatto, un numero crescente di avvistamenti confermati – più di 200 dal 1990 –  hanno svelato che i puma visitano praticamente ogni stato del Midwest, e anche le province del Canada, a nord”. 

All’inizio degli anni Duemila, l’interrogativo a cui il Teton Cougar Project di Panthera voleva dare una risposta ruotava attorno alle minacce che condizionano l’abbondanza o la scarsità di puma nel West Wyoming:  la caccia sportiva, i lupi o la scarsità di prede.

Al momento dell’inizio della ricerca erano già disponibili dati sul fatto che il lupo grigio può influenzare negativamente le dinamiche ecologiche del puma, ad esempio il tipo di prede scelte e il modo in cui il felino sfrutta le risorse del suo habitat.

Questo quadro è stato confermato e rafforzato, fornendo per la prima volta prove consistenti su come i lupi compromettono la sopravvivenza dei puma, riducendone la fitness riproduttiva. I lupi sono infatti anche i principali killer dei piccoli di puma. 

Anche la caccia da trofeo ha comunque il suo ruolo, avverte lo staff di Panthera, benché in questa regione del Wyoming si cacci molto meno che nel resto dei territori occidentali degli Stati Uniti. Da un punto di vista quantitativo, dal 2000 al 2017 l’impatto medio annuale della caccia sportiva sull’equilibrio delle popolazioni di puma è stato equivalente a quello di 20 lupi.

“Gli ecosistemi sono interconnessi e quindi bisogna lavorare insieme sulla conservazione e sulla gestione delle specie selvatiche per una strategia multi-specie”

Il direttore del Panthera Puma Program, Mark Elbroch: “i puma modellano la loro vita attorno ai lupi, ma nessuno poteva immaginarsi che i lupi li condizionino addirittura di più della caccia da trofeo degli esseri umani. Questi risultati dovrebbe essere considerati nelle nostre valutazioni sulla gestione delle aree in cui coesistono questi due carnivori. E quindi se dovremmo o meno consentirne la caccia”.

È infatti chiaro che il numero di puma può diminuire rapidamente dove viene reintrodotto il lupo e dove il lupo, tornato al suo antico territorio, recupera: “questo studio sui puma dimostra una volta di più che gli ecosistemi sono interconnessi e che quindi bisogna lavorare insieme sulla conservazione e sulla gestione delle specie selvatiche per una strategia multi-specie, totalmente opposta ad una visione focalizzata su una singola specie”. 

Le evidenze raccolte sono utili per più di un motivo. Elbroch: “Questi risultati ci forniscono uno sguardo approfondito, storico dentro gli ecosistemi del Nord America. E suggeriscono che i puma, probabilmente, sono sempre stati meno numerosi di quanto siano oggi in molte parti dell’Ovest proprio perché i lupi controllavano il loro numero”. 

(Credits: Panthera)

Anche Howard Quigley, Panthera Conservation Science Executive Director, dà una lettura allargata dello studio: “queste scoperte non devono in alcun modo essere distorte a favore di un incoraggiamento su base scientifica alla caccia sul lupo grigio. Al contrario, se vogliamo proteggere questi predatori di vertice la cui sopravvivenza è davvero critica, per i loro ecosistemi e le comunità umane che li circondano, la scienza indica chiaramente che la strada da percorre è ridurre o eliminare la caccia sportiva sul puma, o, quanto meno, assumere un approccio molto conservativo laddove i puma convivono con i lupi”. 

(Credits: Panthera)
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