
Fin dove possiamo spingerci per immaginare un mondo migliore? Un mondo più equo, con meno diseguaglianze sociali, un mondo migliore con una economia migliore, e cioè finalizzata a usare in modo sensato e razionale le risorse biologiche del Pianeta. Un mondo, insomma, in cui la causa delle persone sia la causa di animali e piante e non una esclusione preterintenzionale degli uni o degli altri.
Domanda tutt’altro che scontata, soprattutto ora che, nel nostro Paese, l’intera macchina propagandistica dei partiti consolidati, e dei grandi media, è impegnata a farci credere che un nuovo governo inaugurerà una nuova stagione, una stagione che in molti aspettavano da troppo tempo. La cosiddetta “transizione ecologica”.
L’aspirazione alla giustizia non è mai un movente innocuo per le azioni umane, per il semplice motivo che, non di rado, il suo radicalismo intrinseco spinge a spostare l’asse dell’attivismo civile su quello della violenza e del sovvertimento a mano armata.
Un eccessivo altruismo, con motivazioni analoghe, può diventare una forma di autodistruzione. Nella serie BBC con Idris Elba, Luther, il protagonista, il detective John Luther, è un devoto altruista che pur di fare il bene a qualunque costo (“whatever it takes”) stringe una liason perversa con una criminale di prima qualità, Alice. Da perfetta serial killer, Alice conosce molto bene le ambiguità del cuore umano. “Ha fatto più vittime il tuo altruismo della mia vena omicida”, dice a un estenuato detective Luther. Ed era numericamente vero.
Nel tentativo di accordare la realtà dei fatti ai nostri desideri di un mondo migliore si può scivolare nella condizione mentale di distorcere le evidenze per adattarle alle presunte necessità non più prorogabili.
Non c’è dubbio che serva una transizione ecologica, ma non è detto che affidarla alle mani di un banchiere e di una coalizione di capitalisti spinti sia una scorciatoia, un acceleratore di eventi storici, insomma una svolta, in velocità e qualità.
E questo perché le trappole della speranza troppo spesso coincidono con le insidie dell’utopia, e con le astuzie della propaganda. Immaginare a tutti i costi un mondo migliore può avere un effetto opposto a quello desiderato.
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