
I mega-incendi in California, Australia e Siberia non sono solo il sintomo del cambiamento irreversibile cui stanno andando incontro i pattern climatici del Pianeta. L’intero “regime degli incendi” su scala globale è mutato e il fuoco è una ulteriore minaccia di estinzione per le specie animali e vegetali, su quattro continenti. Si ritiene che nei prossimi decenni gli incendi saranno più numerosi non solo nelle foreste boreali del Canada e della Russia, ma anche nelle foreste miste e nella foreste a cespugli bassi dell’Australia, dell’Europa Meridionale (ad esempio in Sicilia) e negli Stati Uniti Occidentali.
Così come per le “megadrought”, gli eventi di siccità estrema capaci di durare anni, anche i “megafire” sono ormai una realtà del XXI secolo, a causa del riscaldamento dell’atmosfera: “di fatto, proprio perché il cambiamento climatico ha spinto la porzione di oceano entro il circolo Polare Artico oltre il suo punto di non ritorno (tipping point), e ci aspettiamo quindi che l’Artico sia privo di ghiaccio in estate al crescere delle temperature globali, le siccità saranno peggiori e questo significa che il mondo è entrato nella era dei mega-incendi. Secondo gli scienziati che li studiano, gli incendi di enormi proporzioni si comportano in un modo mai visto e quindi i metodi tradizionalmente usati per combattere il fuoco non sono adeguati a questa nuova realtà”.
Ora un assessment molto esteso sul ruolo crescente degli incendi sugli ecosistemi del Pianeta in Antropocene apparso su SCIENCE ( “Fire and biodiversity in the Anthropocene”) fa il punto sull’impatto che il fuoco avrà sempre di più in futuro nel condizionare la sopravvivenza e la resilienza della biodiversità su 4 continenti: “la conservazione della diversità biologica della Terra sarà possibile solo riconoscendo il ruolo critico del fuoco nel plasmare gli ecosistemi, e nel fornire una risposta. I cambiamenti globali nel regime degli incendi continueranno ed amplificheranno le interazioni tra fattori antropogenici”.
Non ci sarà quindi solo un Pianeta più caldo nei decenni a venire, ma anche una biosfera differente. Il fuoco è uno dei fattori che renderanno gli habitat e la composizione di specie animali e vegetali che li compongono diversi da quelli attuali.
Due aspetti a questo proposito sono particolarmente importanti.
Il primo di questi aspetti ecologici è il cosiddetto “biotic mix” e cioè il puzzle di specie imposto dalle attività umane in ecosistemi che si sono evoluti con una composizione di specie animali e vegetali ormai alterato: “gli esseri umani hanno redistribuito le specie sul Pianeta e facendolo hanno creato nuovi assemblage che modificano la disponibilità di materiale infiammabile, il comportamento del fuoco e anche le dinamiche successive ad un incendio. In molte parti del mondo, le piante invasive hanno aumentato l’infiammabilità degli ambienti e la frequenza del fuoco. Anche gli animali invasivi possono alterare il regime degli incendi, perché condizionano la disponibilità del materiale organico che prende fuoco. La distribuzione delle interazioni biotiche e la rimozione delle specie può influenzare il fuoco e i suoi effetti associati alla biodiversità. Evidenze sperimentali indicano che la rimozione dei grandi mammiferi erbivori in Africa e in Nord America, ad esempio, altera la struttura degli ecosistemi e aumenta gli incendi”.